MOQ / Italia Online: Forum di Swelsh Stimolato dai lavori di Pirsig, ho deciso di mettere per iscritto alcuni dei risultati di questi stimoli in forma di piccoli saggi. Sono sicuro che siano soltanto bozze con diverse imprecisioni, ma rappresentano i miei sforzi da principiante di inserire qualche elemento della metafisica della qualità nella vita di tutti i giorni. Vi prego di esprimermi le vostre opinioni sia che questo saggio sia interessante, banale, con un minimo potenziale o qualunque altra cosa. Saranno molto gradite e di grande aiuto. Il mio indirizzo è: swelmal@aol.com.
Li stiamo perdendo, lo sapete. Forse ogni generazione l'ha già detto in un modo o nell'altro, ma in qualche modo adesso sembra diverso. Adesso i ragazzi muoiono. Non c'è più tempo. Una cosa è l'essere vecchio e imprigionato dentro la routine. Forse hai mollato e vuoi solo andartene in pace verso la via del tramonto. Ma i ragazzi di oggi, come quelli di ogni tempo, non sono ancora pronti a questo. Pensano di poter fare qualsiasi cosa. Credono che si possa ancora fare. Ma nessuno dà loro risposte e non sanno cosa fare. Non sanno da che parte svoltare.
E dove potrebbero andare? La religione organizzata sta miseramente fallendo. I ragazzi non vogliono andare in chiesa; è noioso. E gli adulti, sulle loro strade dorate, ci vengono a dire che i nostri ragazzi sono indisciplinati e non si impegnano. Ma a conti fatti andare in chiesa è noioso. Il fatto è che loro non hanno ancora imparato a smorzare la loro ricerca di perfezione. Sono attaccati al sentimento della qualità più degli adulti, e giudicano le cose per ciò che sono davvero. Se andare in chiesa fosse divertente, gli piacerebbe e imparerebbero a farlo. Imparerebbero cosa vuol dire amare, tenere a qualche cosa, l'essere noi tutti una cosa sola, e la lezione li aiuterebbe a vivere una vita di alta qualità. E invece i ragazzi vengono sommersi da tradizioni religiose e da riti e, detto in parole povere, con comprano. Coloro che costringono i ragazzi ad andare in chiesa perché è "bene per loro" stanno sostanzialmente dicendo a questi ragazzi: "Ehi, io ne sto fuori. Forse un giorno quando sarai più grande e più intorpidito potremo parlare, ma per adesso non posso aiutarti."
Allora dove altro potrebbero andare? A scuola? Veramente? Dove poi succedono carneficine come quella in Colorado? Credete che sia una coincidenza? Le scuole non offrono nessuna risposta. Molti insegnanti sono dei laureati in cerca di una paga decente e di vacanze estive. Possono dire di voler "educare" ma cosa fanno realmente? Pensateci; come si prende un bel voto a scuola? Non facendo ciò che senti. Se l'insegnante non la pensa come te, allora sbagli. Naturalmente, in primo luogo non ti ritengono generalmente nemmeno in grado di sentire o pensare qualcosa. Studia le domande, copia gli appunti e memorizza meglio che puoi. Quelli che imparano a memoria diventano "stelle". Quelli che lottano per capire sono piantagrane e quelli che hanno da ridire sulla banalità dei programmi o del sistema sono indisciplinati. Nelle nostre scuole oggi si può essere promossi con ottimi voti, far parte della lista del preside, essere chiamato a fare il discorso di commiato a fine anno, ed essere considerato una guida per il futuro, senza aver mai avuto un pensiero originale in testa. E dovete sapere una cosa: i ragazzi lo sanno. Dentro di loro non riescono a credere che le "stelle", che si conformano e rigurgitano fatti e figure come buoni piccoli robot, catturino i sorrisi e l'adorazione della facoltà, mentre loro non sanno piegarsi. Una volta raggiunto questo vicolo cieco, i paria, i ragazzi medi si guardano attorno e vedono cos'altro cattura attenzione in gran massa a scuola. Risposta: ragazze pompon e campioni sportivi. La media del corpo studentesse è costretta a sedersi e domandarsi cosa c'è di speciale nelle parassitiche ragazze pompon che per definizione esistono in funzione di una partita in corso su di un campo da gioco. Le ragazze pompon sono l'élite per cosa, ad esser sinceri? Di sicuro avranno una qualche qualità esteriore, ma da qualche parte lungo la linea qualcuno ha detto loro che sono le migliori a fare cose senza senso e di conseguenza non cercano niente di eccellente in sé stesse. Le outsider lo sentono. D'altra parte, I campioni sportivi possono fare cose meravigliose ma niente sembra più ostile di un venerato, egocentrico, atleta emergente che prende il suo dono meraviglioso e ne fa abuso invece di usarlo come un mezzo per la vera conoscenza di sé o qualcos'altro di sostanziale. Lo capiranno quando saranno grassi e cinquantenni, questi atleti, ma oggi a scuola solo gli outsider lo riescono a capire. Alla fine tutto ciò ha uno sviluppo. La vita inizia a sembrare senza valore e le emozioni diventano forti. Gli esclusi non riescono ad ottenere un appuntamento decente o a prendere un buon voto. Tutto ciò che circonda questi ragazzi non ha punti di riferimento e, essendo troppo giovani per mollare, qualcuno prova a dare uno scossone per cercare di cambiare le cose in una disperata forma di catarsi. A volte questo processo diventa violento.
Così l'unico posto al mondo che rimane per trovare ciò che questi ragazzi cercano è casa, cioè il posto dove forse sta il più grande fallimento della nostra società. Dov'è che i ragazzi imparano a vivere? Dai loro genitori--in teoria. Ma ciò non accade. Ai ragazzi viene detto di non bere mentre portano una birra dal frigo al padre. Ai ragazzi viene detto di non drogarsi, o meglio, i genitori vanno a lavorare e gli lasciano un biglietto con scritto di non drogarsi sul tavolo della cucina. Ai ragazzi viene detto di stare attenti al sesso da genitori che hanno avuto amato una volta sola, o che sono alle loro terze nozze. Ai ragazzi vengono date regole e banalità, ma non una direzione né alcuna risposta. Guardano i lori genitori e li vedono sovrappeso, ipocriti, dittatori insensibili e alla fine smettono di ascoltarli. Cominciano a gravitare attorno ai loro amici, le sole persone che trovano importanti o che rappresentano una sorta di verità nella vita. Ma il più delle volte questi amici sono smarriti come loro e così iniziano a cercare esperienze. Un modo per trovare la verità, uno dei percorsi per fare ciò, è provare tutto quello che verità non lo è, e continuare fino in fondo. Questi ragazzi abbandonati sanno che i loro genitori non sono la verità, così immaginano che se diventassero tutto ciò che i loro genitori non sono e facessero tutto quello che gli viene detto di non fare, forse troverebbero la risposta. A volte funziona, altre volte porta a distruggere, a volte non si ottiene niente e si continua a provare. In quest'ultimo caso, infine, diventano come i loro genitori e il ciclo riprende.
Ma cosa possiamo fare? E' tempo di cominciare a dare delle risposte ai ragazzi. E' tempo che qualche vero "maestro" vada in prima linea. I ragazzi seguono sempre la verità. I ragazzi seguiranno sempre la qualità. Il problema è che nulla nella loro vita di tutti i giorni ha una qualche qualità. Come ha scritto una volta il filosofo/scrittore Robert Pirsig (che io parafraso), "Se vuoi cambiare il mondo, comincia da te e lavora verso l'esterno". Che lo si sappia o no, i ragazzi stanno guardando. Loro guardano sempre. Se pensano che non hai qualità, cercheranno altrove. Allora basta col bere troppo. Basta con l'accettare di essere grassi. Basta con le fragili scuse. Basta perdere tempo. Finiamo di fissare regole e cominciamo a dare un esempio. Riempi te stesso di più qualità, la gente non ti sarà di aiuto, ma se ne accorge. La qualità gorgoglia come le onde di un lago. Se sarai eccellente, la gente se ne accorgerà. E ti seguirà. Ciò di cui i ragazzi hanno bisogno è una vera via d'uscita. Se gli si mostra un vero percorso per una vita di qualità, molti lo percorreranno. E non sarà importante la scuola, o la chiesa, o meglio, saranno capaci di far parte di queste istituzioni e migliorarle. Una persona può fare la differenza perché non hai la minima idea di quanto può arrivare lontano la qualità. Non bisogna arrendersi dentro di sé e non bisogna arrendersi nei confronti di questi ragazzi. Tutto può cambiare in un istante se si comincia a dare qualche risposta.
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