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Un uomo solo in acque troppo alte

Lila, di Robert Pirsig, letta da Galen Strawson, docente di Metafisica ad Oxford. (Ottobre 1991) 

Nel 1974 Robert M, Pirsig pubblicò Lo Zen e l'Arte della Manutenzione della Motocicletta, indagine sul valore (ZMM), documentario di un vagabondo, dubbioso manuale spirituale, che esercitò grande fascino e vendette oltre tre milioni di copie. Ebbe un influsso positivo, nonostante il suo messaggio filosofico fosse soporifero, tanto che nessuno di coloro che lo lessero negli anni settanta (secondo la mia modesta esperienza) sembra riuscire a ricordare cosa abbia imparato da quel libro.


In Lila come in ZMM, Pirsig è il suo stesso eroe. E' Fedro, un girandolone dall'aspetto trasandato, introverso, modesto, molto onesto e pieno di difetti. Come in ZMM, viaggia e pensa, dopo aver dato via la sua motocicletta in cambio di una piccola barca a vela. Naviga dai Grandi Laghi alla Florida, attraverso i canali dello stato di New York ed il fiume Hudson. Osserva il mondo e mette alla prova la sua filosofia, la sua "Metafisica della Qualità". Ad un certo punto incontra Lila, una sbandata. Si ubriacano e progettano di andare insieme in Florida, nonostante nutrano l'uno per l'altra molti reciproci sospetti. Ma a New York lei finisce vittima di una crollo mentale (trova una bambola che galleggia sul fiume e la scambia per il suo bambino, morto da anni) e Fedro la lascia ad un amico.  

LILA (il libro) ha un inizio concitato, con grande ansietà stilistica, ma dopo poche pagine scende al livello della studiata, semplice narrativa di ZMM: piatte e metodiche descrizioni di lavoretti in barca, scenari fluviali, frammenti di vita con Lila. Il tutto infarcito di pesanti ruminazioni storiche e antropologico-filosofiche che stanno fra il senza valore ed il plausibile, ma sempre rigorosamente non originali. In questo modo Pirsig insegue l'oscura domanda che aveva già affrontato in ZMM. Cosa è la Qualità? Lila, con la sua vita disgraziata, ha Qualità? Purtroppo ha ben poco da aggiungere al suo primo libro, tranne un po' di inutile tassonomia.


Il suo problema inizia con la sua polemica. Se la prende con qualcosa che chiama "metafisica soggetto-oggetto" . Che però è un "uomo di paglia", una posizione che nessuno sostiene. E la sua stessa posizione, essendo in parte definita dal contrasto con un fantoccio, appare ugualmente debole e infondata.  E nemmeno la sua definizione positiva è di grande aiuto. All'inizio dice che "La Qualità è la Realtà primaria dell'universo", l'esperienza diretta del tutto. In questo suona come un vecchio empirista,
un estremista neo-Humiano di quelli che andavano di moda negli anni trenta.


Ma poi aggiunge una dimensione etica, proclamando che "Qualità è Moralità", che "i giudizi morali sono la sostanza fondamentale del mondo" e che "il mondo è composto da nient'altro che valore". Completa questa sua teoria proto-Hegeliana pesantemente gerarchica dividendo il valore in due tipi: statico e dinamico; e in quattro livelli: inorganico ("ciò che tiene insieme un bicchiere di vetro"),  biologico, sociale ed intellettuale...


Pirsig è convinto che questo schema introduca una favolosa nuova coerenza nella metafisica, e crede di aver trovato un modo migliore per parlare in termini molto generali della realtà. Sicuramente si sbaglia. Non riesco a cogliere alcun vantaggio nel suo modo di vedere le cose, per quanto riesco a capirlo. La sua eccitazione a proposito della sua teoria mi fa sospettare che sia un po' matto. Ma forse sono io ad essere ingabbiato in qualche prospettiva  teorica decrepita; forse Pirsig sarà compreso soltanto fra 50 anni.


Nel frattempo il buon Fedro lascia New York e si lancia nell'oceano, felice di restare solo a scrivere infinite note sulle sue schede, a scrivere il suo libro e a scrivere di scriverlo. Il risultato è tristemente inerte, una confusione filosofica; ma pieno di buone intenzioni, e dolcemente edificante. C'è una bella ode a New York, una divertente descrizione del suo incontro con Robert Redford, ed una meditazione solida sui Vittoriani e sugli Indiani d'America, su come i loro stili morali si siano scontrati e combinati a formare la moderna anima Americana.

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