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Cos'è la Metafisica della Qualità?

di Rich Pretti

Una metafisica è una filosofia, e un filosofo ama e ricerca la saggezza:  la natura e il significato dell'esistenza (metafisica), come possiamo conoscerla per come è (epistemologia), cosa siamo in dovere di fare di essa (etica), etc... Nel capitolo 12 di "Lila", Robert Pirsig scrive:

 "Una volta Fedro aveva paragonato la metafisica alle grandi altitudini. Si fatica per arrivarci e una volta arrivati si fatica per avanzare, ma se non si tenta la scalata si è condannati a rimanere per tutta la vita nell'angusta valle dove si è nati."

 Da questo punto di vista privilegiato la realtà non consiste né principalmente in materia, che crea l'intelletto, come potrebbe dire il materialista, né principalmente in intelletto, che inventa la  materia, come potrebbe pensare l'idealista. La natura della realtà è la Qualità, che è essenzialmente indefinibile ma cui possiamo avvicinarci chiamandola Bene, Tao, Dio, Dharma, Perfezione.. La Qualità non è una cosa. E' un evento. Un Evento che crea configurazioni materiali e intellettuali. E ciò accade Dinamicamente, in modo che la vita si evolva, e che gli schemi di movimento e pensiero divengano stabili e organizzati - Statici. In sintesi, esistono quattro livelli nella realtà umana che operano simultaneamente. Questi livelli seguono leggi e principi regolatori e sono altresì conosciuti come Configurazioni Statiche:

Inorganiche
Biologiche
Sociali
Intellettuali

"Sono esaustive. E racchiudono tutto" Se si realizzasse un'enciclopedia con questi quattro schemi, "- niente rimarrebbe fuori. Nessuna cosa, cioè. Solo la Qualità Dinamica, che non può essere descritta in nessuna enciclopedia, è assente."

 E aggiunge che i quattro sistemi di configurazioni statiche "...non sono continui. Sono discreti." Sono collegati l'uno con l'altro secondo livelli evolutivi crescenti di Qualità; ciascuno creato dal precedente, ma interamente consistente di regole e leggi indipendenti da esso. In conclusione e soprattutto "...ciò che Fedro diceva era che non solo la vita, ma tutto è un'attività morale. E non può essere diversamente."

 "La Metafisica della Qualità dice che se i giudizi morali sono essenzialmente affermazioni sul valore e se il valore è il principio di base su cui si fonda il mondo, allora i giudizi morali sono i principi di base fondamentali del mondo."

 La realtà secondo Pirsig consiste, quindi, di quattro configurazioni statiche di valore, che evolvono e esistono l'una in contrapposizione all'altra, attraverso e grazie alla Qualità Dinamica, che può soltanto essere indicata con le parole ma sempre indirettamente. Ciò vale anche necessariamente per la stessa parola "dinamica", dato che indica "il taglio pre-intellettuale della realtà". Una parola che ben rappresenta il manifestarsi di questa primaria Qualità Dinamica è "Libertà". Anche "Creazione" e "Bellezza" indicano in altro modo la sua presenza. Penso che sia in linea col pensiero di Pirsig il fatto che "Mistero", in quanto non definibile razionalmente, debba avere molto a che vedere col significato ultimo della Qualità Dinamica.

 La vita di ogni singolo individuo, che è libero di seguire coscientemente la Qualità Dinamica, è allo stesso tempo una parte di, ed è determinata da, più grandi, per lo più inconsapevoli, configurazioni di qualità: la unione / connessione / armonia dei quattro livelli di realtà morale in cui si svolge la sua esistenza, fisicamente e mentalmente. Il tanto discusso concetto di "valore" va qui inteso non solo come presente in reazioni puramente soggettive a qualcosa di  piacevole o sgradevole, e quindi inevitabilmente relativo, ma neppure è qualcosa di assoluto e completamente separato dall'umana esperienza. Quello che Pirsig dice è che la Qualità stessa dà origine all'esperienza umana - cioè  la qualità dinamica è l'evento attraverso cui il soggetto diviene consapevole dell'oggetto - configurazione di valori. E' il "taglio pre-intellettuale della realtà" che fa sì che anche il più scettico dei critici salti giù quando si siede su una stufa  rovente - prima di analizzare la propria reazione. La realtà umana, come l'antico greco Protagora ha detto "...è la misura di tutte le cose." Pirsig aggiunge che ciò che giudica e che è giudicato sono due lati della stessa moneta morale.

 Ciò che vuole mostrare è che se assumiamo che la sola realtà è la "sostanza" che contiene soggetti e oggetti, intelletto e materia, come ci tramanda l'eredità intellettuale occidentale, sorgono diversi problemi. Il più importante tra questi è la trascurabilità scientifica della morale; il non preccuparsi della mente. Puoi osservare con microscopi e telescopi il fondo dei tuoi pantaloni e non riuscirai  empiricamente ad osservare un singolo pensiero o un valore -  nemmeno quando i tuoi pantaloni si anneriranno - e il tuo imbarazzo sarà un perfetto esempio di un fatto biologicamente valutabile (una escrezione) in conflitto con le configurazioni sociali di valori che si manifestano sul viso del tuo assistente di laboratorio. A ciò si somma la ottocentesca ma ancora presente convinzione che la spiegazione universale meccanicistica della natura data dalla matematica e dalla fisica classica sia vera anche per l'interezza dell'umana esperienza. Ciò fa apparire all'uomo tutto come determinato da leggi estranee alla vita di tutti i giorni  - il moto degli atomi - e in stridente contraddizione con la convinzione generale che siamo liberi di fare scelte e di fare derivare da ciò le leggi sociali. La scienza ci lascia con un vasto magazzino di utili risposte per il "cosa, quando, dove e come", ma non ci da indicazioni sul "perché?" Perché un ammasso di molecole diventa un professore di chimica che fa dichiarazioni sul loro numero? O un filosofo che ne osserva le qualità?

 Pirsig trova che il modo migliore per comprendere la  realtà non è assumere la supremazia della "sostanza" (materia) e chiamare ciò che essa forma "oggetti", o che i "soggetti" (intelletto) si modellino sulla base di predeterminate e assolute leggi causali. Ha invece scelto la "Qualità" come realtà primaria e l'ha suddivisa in due manifestazioni: Statica e Dinamica. Ciò può racchiudere una metafisica soggetto/oggetto vedendo gli oggetti, precedenti nell'evoluzione, come configurazioni discrete di valori inorganici e biologici. In quest'ottica, ciò che si intende per soggetti sono configurazioni sociali e intellettuali di valore. La portata di questa idea sta nella comprensione che:

 "La Metafisica della Qualità offre coordinate migliori per interpretare il mondo rispetto alla metafisica soggetto/oggetto, perché è più inclusiva. Spiega più cose e le spiega meglio. La Metafisica della Qualità può spiegare le relazioni soggetto-oggetto in modo migliore ma, come Fedro aveva potuto vedere...una metafisica soggetto-oggetto non può spiegare in alcun modo i valori."

 Un uomo, allora, è un'aggregazione  di configurazioni di valore che può crescere ed evolversi in diversi ambiti, in base alla personale capacità di rispondere o ignorare l'innovativa e creativa Qualità Dinamica. Egli è un corpo (ovviamente) che obbedisce sia alle leggi della materia inorganica sia alla crescita biologica e all'evoluzione, ed è una mente (ovviamente) che è capace di imparare e applicare i codici sociali di comportamento e le leggi della ragione comprese nella sua cultura. Ad ogni modo, l'opportunità dinamica di cambiamento, liberazione, libertà, spontaneità, diversità ed evoluzione è la fondamentale forza che guida l'esperienza vitale. Perciò, nel conflitto tra codici morali di differenti livelli, il più evoluto - "dinamico" - codice morale è superiore.

Così, Pirsig ha in modo Copernicano concepito un mondo in cui tutte le concrete e indiscutibili "verità" e i "valori" della scienza e della religione sono uniti dal fatto di avere una comune esistenza metafisica. La sua impresa consiste nell'intuizione che attorno ad una funzione della natura, classica e rispettosa delle leggi, c'è una forza che pervade tutto, libera, alla quale ogni uomo può liberamente rispondere e facendo ciò evolvere - in senso morale. L'arte affianca l'esposizione nel fascino estetico di questa semplice e singolare concezione presentata all'interno dell'ampia trama narrativa in "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" (1974) e "Lila" (1991).  

Questo mio scritto costituisce un breve riassunto del risultato di molti anni di indagine. Apprezzerò moltissimo ogni risposta - critiche, commenti, suggerimenti - e vi stimolo a scrivermi: richpretti@hotmail.com


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