MOQ / Italia Online: Forum di John Beasley Introduzione In questo articolo propongo qualche perfezionamento alla Metafisica della Qualità sviluppata da Robert M. Pirsig nei suoi libri 'Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta' e 'Lila'. Voglio parlare del fatto che Pirsig ha correttamente definito la qualità come qualcosa di più costitutivo dell'esperienza rispetto alle tradizionali categorie filosofiche occidentali come l'intelletto e la materia, e questa elaborazione della qualità statica e dinamica è qualcosa di utile, ma forse più complesso di quanto può sembrare. E' pure accettabile che i quattro livelli di qualità che sviluppa in 'Lila' siano utili costruzioni, e spieghino molti degli aspetti imbarazzanti e a volte tragici della nostra esperienza. Voglio dimostrare che l'ordinamento gerarchico di questi livelli è corretto finché essi si fondano su valori statici, ma che per la qualità dinamica c'è un ordine inverso, in cui la crescente componente della conoscenza, e l'intelletto, nei livelli più alti, sovverte gli elementi dinamici nella nostra esperienza. Dimostrerò che l'esperienza mistica si fonda sul livello biologico, piuttosto che nell'intellettuale, ed esplorerò alcuni dei problematici punti di discussione che si occupano di intelligenza. Per concludere tenterò qualche commento generale sulla necessità di una meta-moralità che permetta al singolo di distinguere un equilibrio accettabile tra le tre forme della qualità dinamica che descrivo.
Background Pirsig ha detto che la qualità è il substrato fondamentale per l'umana comprensione e l'esperienza. In 'Lila' va oltre, elaborando questa intuizione e dicendo che la qualità può essere incontrata come qualità dinamica, ma preservata come qualità statica, e che entrambe le forme sono essenziali alla vita. Egli propone inoltre una gerarchia che procede dalla qualità inorganica e, attraverso la qualità biologica e sociale, giunge alla qualità intellettuale, della quale dice "è più morale che un'idea distrugga una società piuttosto che una società distrugga un'idea." Una domanda nasce spontanea, "Quale idea?" Può davvero essere ogni idea superiore alla saggezza evoluta racchiusa nella morale e nei codici legali di una società? Forse la verità è qualcosa di più circospetto; vale a dire che soltanto attraverso la comparsa della qualità dinamica nei singoli che producono idee (forse già statiche per loro anche se dinamiche rapportate alla società) quel necessario input dinamico può introdursi nelle società, e quindi dobbiamo proteggere le idee e chi le produce finché il dinamico possa essere diviso dallo scarto. C'è qualcuno che seleziona ciò che è dinamico, o questo emerge, diffondendosi per contagio, mentre sopravvive e prospera nell'ambiente intellettuale? E quanto bisogna aspettare? Devo sospendere i giudizi sulle idee durante questa gestazione? Come posso ottenere ciò che voglio? I problemi sono enormi.
Qualità Pirsig dice che la qualità non può essere definita, ed è incline a identificarla con un certo numero di altri termini, in particolare "valore", ma anche giudizio morale, indefinita convenienza (teoria evolutiva), perfezione (teorie teleologiche), vaga inquietudine (Withehead), misticismo religioso e forse l'esperienza hic et nunc. Penso che Pirsig sia troppo modesto nel lasciare non definita la qualità, e troppo generoso nell'assimilarla ad una serie di altri termini. Mentre le parole non possono racchiudere la qualità, possono fare un buon lavoro per puntare direttamente alla luna. Proviamoci. La Qualità riguarda l'esperienza. Incontriamo la qualità nell'esperienza. In altre parole, l'esperienza non è neutra. Utilizzando le idee e il linguaggio evoluzionistico, possiamo dire che gli organismi viventi sono sopravvissuti e prosperano in un ambiente che allo stesso tempo è fertile e pericoloso perché hanno sviluppato raffinate risposte alle informazioni sensoriali da esso suscitate. Nel tempo le modalità sensoriali, la loro differenziazione, ed il perfezionamento del meccanismo di risposta si sono accresciuti, e negli esseri umani questa 'sapienza dell'organismo' è facilmente apprezzabile. Senza il pensiero cosciente posso accorgermi di una varietà di minacce, od opportunità, classificarle in base all'importanza che esse rivestono per la mia sopravvivenza, e reagire in maniera appropriata, in pochi millesimi di secondo (il campione di tennis che crede di controllare coscientemente i suoi colpi si illude; il colpo è già stato giocato ancor prima che la sua mente diventi cosciente della precedente giocata dell'avversario). Ora, quando diciamo che l'esperienza non è neutra, stiamo esaminando una parte della sofisticazione di questa evoluta abilità a rispondere all'ambiente. Gli organi di senso generano quantità enormi di informazioni, in costante cambiamento. Gli organismi non possono considerarle tutte insieme, così hanno imparato a farvi fronte ricercando tra queste quelle più significative. Negli esseri umani osserviamo che molte informazioni sono selezionate ad un livello subconscio in base al loro significato, e soltanto una parte veramente piccola è sottoposta a un più profondo esame che le può portare a livello conscio. E' verosimile che il più della ricerca avvenga in quella parte del cervello profondo che è chiamata 'cervello rettiliano', ed è preposta ad affrontare le minacce all'integrità biologica dell'organismo, o alla soddisfazione dei bisogni biologici. Il contatto con una stufa calda, uno degli esempi di Pirsig, risulta da un veloce accertamento essere una condizione negativa o di basso valore, e il danno viene reso minimo allontanandosi rapidamente. Negli esseri umani, come in altri mammiferi, esiste anche un programma subconscio mirato a identificare minacce e potenziali ricompense da parte di altri individui nella società. Lyall Watson, in 'Dark Nature', puntualizza che per gli scimpanzé le maggiori minacce al benessere vengono dagli altri scimpanzé piuttosto che dalla carenza di cibo, o da altri animali predatori. Posta questa situazione, non sorprende che il cosiddetto 'cervello mammiferiano' si sia evoluto per monitorare l'ambiente sociale. La ricerca sulle scimmie sembra mostrare che i neuroni si attivano solo non appena appare nel campo visivo un oggetto che ha forma di scimmia. Così l'apparato mentale atto a distinguere proprio ciò che si deve controllare, può essere piuttosto sofisticato, e finemente messo a punto. Ancora, la scelta di ciò che è significativo si verifica al livello pre-conscio, e solo l'informazione scelta come valida assurge al livello dell'attenzione cosciente. Sembra verosimile che la distinzione delle minacce sociali e dei potenziali vantaggi sia meno diretta di come è nella sfera biologica, e che sia mediata passando attraverso complesse emozioni. Soltanto negli esseri umani si ha l'elaborazione cerebrale che fornisce linguaggio e pensiero astratto, con un massiccio sviluppo della corteccia cerebrale. Anche i mammiferi più evoluti sono sorprendentemente poco intelligenti - per esempio, un delfino preso in una rete non cerca di uscire, finché non può davvero farlo. L'intelligenza e il linguaggio sono ovvi valori di sopravvivenza. Potrei dire che questi si acquistano pagando un prezzo davvero alto. Inoltre, c'è un processo di gran lunga più sofisticato per distinguere ciò che vale nel diluvio di informazioni linguistiche. Qualcuna è diretta, come la nostra capacità di riconoscere il nostro nome se viene pronunciato in un'altra conversazione, anche se siamo inconsapevoli della nostra stessa attenzione. Ciò che rende un poema sublime e qualcos'altro un ritornello è di gran lunga più difficile da capire, e viene fortemente influenzato da precedenti conoscenze e dal gusto personale ed artistico. Indubbiamente è come se avessimo a che fare con qualcosa di più che un meta processo nel cervello umano. E' probabile che l'intelligenza sia multifattoriale, e la valutazione artistica sia separata dall'intelligenza. E' pure meno probabile che un errore nell'intelletto o nella sensibilità artistica abbia le stesse immediate conseguenze sulla sopravvivenza che un errore nelle sfere biologica o sociale possa avere. La qualità, allora, è la percezione immediata del valore nell'esperienza. Ma l'esperienza non è unitaria. Dipendendo dal tipo di informazioni, sarà elaborata in aree diverse del cervello. La vista di un serpente attiverà immediatamente risposte per evitarlo nel cervello profondo, anche in una persona che non ha mai visto prima un serpente. Ma il poema di D. H. Lawrence che inizia dicendo "Un serpente mi è entrato dall'acquedotto.." ha un trattamento molto diverso nella corteccia cerebrale, e la qualità dell'esperienza può soltanto essere valutata col tempo, possibilmente a seguito della riflessione. In entrambi i casi, il valore non è unitario. Il valore che porta ad evitare un serpente differisce molto dal valore legato ad un uso felice delle parole in un poema. L'incapacità di cogliere queste differenze costituisce la limitazione principale della metafisica della qualità di Pirsig, e introduce parecchia confusione.
La gerarchia dei valori statici Mentre il valore dinamico lo si incontra nell'imprevedibile flusso dell'esperienza di ogni momento, non tutto il valore è di questo tipo. Pirsig usa il termine valore statico in riferimento al residuo del valore dinamico che è conservato nella memoria e in particolar modo nel linguaggio. Nei neonati ogni esperienza è dinamica, ma in qualche modo il bambino comincia a distinguere le differenze, le correlazioni e gli schemi, finché dopo parecchi mesi "quella correlazione immensamente complessa di sensazioni, confini e desideri che chiamiamo oggetto sia abbastanza chiara da fargliene afferrare uno. L'oggetto che il bambino afferra non costituirà, insomma, un'esperienza primaria. Sarà un complesso schema di valori statici derivati dall'esperienza primaria."(Pirsig, Lila, Cap.9). I valori statici, allora, sono tratti da un incontro dinamico e immagazzinati nella mente. Il linguaggio è strettamente legato ai valori statici, così come dimostra l'esempio appena riportato, e i valori statici precedono il linguaggio. L'interessante modello dell'acquisizione del linguaggio nella tarda fanciullezza, quando si imparano tantissime parole nuove ogni giorno, suggerisce che le divisioni pre-linguistiche di valori statici e di schemi di valori statici agiscono molto in questa fase. Una volta che è codificata nel linguaggio, questa conoscenza può essere trasmessa di persona in persona, attraverso le generazioni, come i miti, e rappresenta minuziosamente la cultura in cui ogni individuo cresce. Ciò che Pirsig intende fare con queste affermazioni è proporre una strutturazione intellettuale dei valori statici in una gerarchia di sistemi morali, basata sul pensiero evoluzionista. "Nella Metafisica della Qualità c'è la moralità delle 'leggi della natura' grazie alla quale le configurazioni inorganiche trionfano sul caos; c'è la moralità della 'legge della giungla' dove la biologia vince le forze inorganiche dell'inedia e della morte; c'è una moralità dove le configurazioni sociali trionfano sulla biologia: <<il diritto>>; e c'è una moralità dell'intelletto, che sta ancora lottando per imporsi alla società... quegli stessi schemi statici che danno coesione a un certo livello di organizzazione spesso, a un altro livello, vanno combattuti perché il nuovo livello possa sopravvivere. Insomma, la moralità non è semplicemente una serie di regole, bensì una complessa lotta tra schemi di valore contrastanti. Questa lotta è il residuo dell'evoluzione." (Pirsig, Lila, Cap.13) . Trovo che questa gerarchia sia davvero soddisfacente se vista come una spiegazione del perché spesso la mia esperienza sia così conflittuale. L'attrazione sessuale, per esempio, può essere biologicamente positiva e socialmente distruttiva, e l'agitazione che suscita è spiegata, se non risolta, da questo schema. Ma Pirsig ha complicato senza alcuna necessità quest'intuizione usando il termine 'moralità', (una parola tratta dalla terminologia sociale) per definire la legge naturale e la sopravvivenza biologica. Il suo uso del termine 'intellettuale' porta anch'esso dei problemi, che voglio esplorare più a fondo. Lui presuppone anche "una quarta moralità Dinamica che non è un codice. La si potrebbe definire un 'codice artistico' o qualcosa del genere". (Pirsig, Lila, Cap.13) Ciò è sempre più confusionario. Se la qualità è la percezione immediata del valore nell'esperienza, anche se è ammessa per diversi tipi di valore ed esperienza, il valore risiede nell'individuo, o forse in maniera più precisa, nel punto di contatto tra l'individuo e il suo ambiente. Senza alcun riguardo, la qualità è esperita dalle persone, e in modo più limitato dagli animali. Il valore mi lega al mio ambiente: quello che esperisco ha delle conseguenze, buone o cattive, per me. Come organismo vivente, mi sforzo per preservarmi traendo di che nutrirmi dal mio ambiente e evitando la predazione e altre forze distruttive in questo ambiente. Questo è il valore biologico. Il valore Sociale è qualcosa di diverso, sia per il suo focalizzarsi sul prossimo, che per le sue componenti culturali che influenzano il modo di percepire questa gente. I valori intellettuali e artistici sono differenti anch'essi, molto più profondamente influenzati dall'istruzione e dall'abitudine, molto più variabili da individuo a individuo, e meno significativi per la sopravvivenza biologica. Questa diversità non si rende bene se si usa per tutti l'improprio termine 'moralità'. E il suo uso per descrivere l'ordine della natura come lo si intende nella scienza è ancor meno appropriato. Allora usiamo il termine, più neutro, 'ordine' per quest'ultimo, e l'altrettanto vago 'valore' per il primo. L'ordine si percepisce soltanto attraverso il filtro dell'intelletto. E' una costruzione intellettuale che può rispecchiare in qualche modo la struttura di ciò che è. Ma 'cosa è' è noto principalmente nell'esperienza umana, che è carica di valore, così l'obiettivo scientifico dell'obiettività viene eliminato alla fonte. Tutta la scienza non è altro che il tentativo di distinguere ciò che è oggettivo dall'esperienza soggettiva che è la mia realtà prima. Usa come strumenti l'esperienza sensoriale e la definizione intellettuale . Ha ottenuto meravigliosi successi nel ricavare un corpo di leggi che possono essere usate per prevedere quello che accadrà nel futuro, e il metodo scientifico è stato enormemente efficace nell'affinare queste leggi. Ma è ancora fondamentalmente buono soltanto in qualità di attuale ortodossia teoretica, soggetta a sfide e cambiamenti, e tendente a escludere per sua vera natura quella componente della nostra esperienza che è carica di valori. E' hubris assumere che questo costrutto teoretico, tratto dalla nostra esperienza carica di valori, sia più reale dell'esperienza stessa. Questo è il punto in cui la sfida di Pirsig alla metafisica soggetto-oggetto che puntella la scienza è molto profondo. Come Pirsig è ben consapevole, strutturare una metafisica è qualcosa di simile al fare scienza, per il fatto che la qualità dell'esperienza vissuta è ridotta in mere formule scritte. Il valore Dinamico viene discusso in un mezzo statico, e ciò non è realmente possibile. E' come sviluppare una perfetta strategia scacchistica, non si può fare. Mi piacerebbe che il prossimo libro di Pirsig fosse su ciò che ci spinge ancora a provare. Ad ogni modo, facciamo tentativi, ed è possibile che oltre a qualche tentata esperienza notevole di qualità dinamica, qualche valore statico in una metafisica possa fornire un accesso facilitato al valore dinamico nella società. Viceversa tutto sembrerebbe un'attività inutile, o meglio auto indulgente da parte di chi potrebbe rendere produttivo il tempo e usare l'intelligenza. Posti questi limiti, comunque, adesso voglio indagare ciò che credo possa essere uno sviluppo del pensiero di Pirsig.
La gerarchia del valore dinamico - Il livello inorganico E' una mia tesi quella che afferma che il valore dinamico, diversamente dal valore statico, cambia e diventa forse meno affidabile man mano che scaliamo la gerarchia dei sistemi morali. Dacché il valore dinamico è esperito da creature viventi, e tutta la gamma è sperimentata soltanto dagli esseri umani, ometto il livello fisico della gerarchia. Rimango convinto del fatto che gli atomi non 'hanno esperienza' di nulla, non importa quanto sia imprevedibile il loro comportamento se guardato attraverso la lente della fisica quantistica. Così la mia metafisica è consapevolmente antropocentrica, anche se non totalmente idealista. Lo strano mondo delle particelle subatomiche può esistere, ma la nostra conoscenza di questo è mediata da un corpo teorico suscettibile di cambiamento. Non sembra esserci una ragione convincente per dar credito a queste particelle dotate di esperienza. Se Whitehead è corretto, le particelle possono consistere di una sequenza di eventi, prensioni, o qualunque altra cosa, e può essere che l'intervento di un osservatore sia necessario a determinare il loro stato, come l'attuale fisica quantistica afferma, ma questi eccentrici schemi possono essere comodamente catalogati sotto la voce ordine o anche legge.
Il livello biologico Così è quando spunta la vita , al livello della biologia, che il valore viene alla luce. Ciò che ha valore per un organismo è presumibilmente collegato alla sua conservazione, e allo strano sforzo degli esseri viventi per sopravvivere e riprodursi. Come Pirsig nota, questo sforzo è contrario al principio dell'entropia in fisica, per cui l'energia è dissipata e cala. Gli esseri viventi operano nell'ambito delle leggi fisiche per accumulare energia e usarla per sostenersi e riprodursi. Come ho fatto notare prima, come organismi siamo dotati fantasticamente per reagire in maniera veloce e appropriata a tantissime minacce e opportunità. Ma non a tutte. Il corpo di Madame Curie non aveva difese contro le forti radiazioni - non avevano storia per la nostra specie - così la sua morte è stata la conseguenza dell'introduzione di una nuova minaccia nel suo ambiente, una di quelle che ora ci minaccia tutti. Così la qualità agisce al livello degli organismi per promuovere la sopravvivenza. Lo sperimentano uomini e animali. Mentre le piante rispondono certamente a stimoli, non sembra evidenziarsi che esse siano in qualche modo attente o consce. Il requisito minimo per la percezione della qualità sembra essere la capacità di seguire l'esperienza. La qualità dinamica non richiede al livello organismico/biologico consapevolezza di sé, ma richiede coscienza. Questo può spiegare il senso di unicità associato a tale stato; non c'è separazione tra la coscienza partecipe e l'esperienza subita dall'organismo. Credo che la coscienza unitaria così spesso descritta dai mistici sia da collocare al livello biologico. Non deve sorprendere il fatto che tutti noi abbiamo la possibilità di provare quest'esperienza - era nostra nell'infanzia. Inoltre l'esperienza di immedesimarsi nel lavoro o in qualunque altra attività, che Mihaly Csikszentmihalyi chiama 'flusso', può similmente partecipare in questo livello della qualità Dinamica, ed è inoltre possibile che possa intervenire nel livello intellettuale quando le richieste dei propri compiti sono così intense che si perda momentaneamente l'autocoscienza.
Il Livello Sociale L'emergere dei codici etici e morali è servito a moderare e porre dei limiti alla violenza tra gli uomini e agli abusi, e (in termini evoluzionisti) fornisce protezione ai gruppi e agli individui più vulnerabili, come i più giovani. Ci si imbatte nel valore Dinamico nella sfera della morale in maniera chiarissima nell'esperienza di ciò che è ingiusto, con il suo contenuto emozionale di indignazione e ira. La qualità dinamica che può accendere il fuoco della rivoluzione o delle riforme deriva dalla reazione del "Non è giusto" contro l'oppressione. L'esperienza dinamica dell'ingiustizia differisce dall'esperienza dinamica legata alla sopravvivenza. E' mediata da ciò in cui si crede. Ciò che è giusto non sempre è così evidente come ciò che è necessario alla nutrizione. Gli uomini uccidono, e sacrificano anche la loro stessa vita, nella difesa di sistemi politici, religiosi o etici, anche se questi sono palesemente ingiusti. Una falsa coscienza può mascherare le diseguaglianze in un sistema sociale. Ci sono sempre vittime pronte a difendere i propri oppressori. E non sempre è facile accertarsi di ciò che è più morale in una determinata situazione; anche tra la gente di buona volontà si ha tale disaccordo. Il brujo della storia di Pirsig è infatti un individuo nocivo per molti dei suoi compatrioti. Molte delle cose che fa appaiono davvero negative per la società in cui vive. Ma egli sfida il potere dei sacerdoti, e inaugura un nuovo adattamento con i conquistatori bianchi, cosa che presumibilmente fornirà vantaggi a lungo termine per la sua gente. Sarebbe un po' troppo facile dire che le sue idee contengano una modalità di operare di valore più elevato per la sua tribù. Queste non si mostrano chiaramente, specialmente all'inizio, e danno luogo ad ipotesi che non tutti condivideranno. La chiarezza associata alla qualità dinamica esperita ponendo attenzione al momento 'qui e adesso', al livello organico/biologico, non sempre è chiara al livello sociale. Nella fanciullezza tutti attraversiamo una sequenza di stadi di sviluppo morale, che sono in maniera evidenziabile simili al di là delle culture di appartenenza. Ancora, il giovane che accetta la guida morale di una figura autorevole finirà per applicare un rigido codice morale, delineando ciò che è bene e ciò che è male, e dopo lo modificherà per trarre vantaggio dalla situazione. Così almeno il più primitivo di questi stadi è comune a quello di alcuni animali. Ciò può costituire l'origine del fascino per la celebrità, che Pirsig esamina in 'Lila'. Esiste probabilmente uno spettro di esperienze sociali che fa scattare il valore dinamico in chi vi prende parte, con l'ingiustizia che svetta tra le più forti e chiare, nonché la più significativa per l'emergere della legge.
Il Livello Artistico/Intellettuale Se la qualità dinamica può essere mascherata dalle variabili che intervengono al livello sociale, la situazione è notevolmente peggiore al livello intellettuale e artistico. Infatti, è discutibile proprio che cosa stia in questo livello. Pirsig preferisce nettamente limitare questo livello alle idee e al regno dell'intelletto, infatti come abbiamo detto prima egli ha solo un'idea vaga su un 'codice dell'arte' che sembra più pensare come inserito nella qualità dinamica e come qualcosa di distinto dalla qualità descritta al livello intellettuale. Come ho già avuto modo di chiarire, credo che la qualità dinamica sia esperita in maniera diversa nei livelli biologico, sociale e intellettuale, e forse in maniera più profonda al livello biologico, in cui l'incontro con la qualità dinamica più direttamente nell'esperienza 'hic et nunc'. Pirsig dice in 'Zen' (Cap.7), "quando il pensiero analitico ... viene applicato all'esperienza, nel processo si distrugge sempre qualcosa ... ma ... si crea anche qualcosa ... una specie di continuità nascita-morte né buona né cattiva.' Io dico che una nuova qualità dinamica, un nuovo 'bene', può rintracciarsi nel livello intellettuale, ma ciò ha un costo, come Pirsig indica. Per me è indiscutibile che ci si possa imbattere nella qualità dinamica al livello intellettuale. Ma ciò dipende dalla conoscenza, dall'educazione, dalla formazione e dall'esperienza. Per me, un complesso problema matematico è solo una serie di segni senza senso su una lavagna. Per un matematico questi hanno un significato, decifrabile. Per l'élite dei matematici, invece, c'è un'eccitazione dinamica nel cogliere l'eleganza della formulazione totalmente inaccessibile per tutti coloro cui manca questo aspetto della conoscenza. L'esperienza dinamica è riservata a coloro che sono attrezzati per coglierla. La situazione è simile per l'arte. La qualità dinamica di un'opera d'arte non è riservata a tutti. Soltanto coloro che possiedono un appropriato background culturale, consono a ciò cui tende il mondo artistico che ha posto in essere questa nuova creazione, possono trovare ciò dinamico. Per questo i quadri di Van Gogh furono totalmente ignorati per tutta la sua vita, invece oggi gli uomini d'affari gareggiano per comprarne uno anche per cifre astronomiche. E' molto probabile che le più stupefacenti opere d'arte prodotte siano totalmente ignorate dai critici e dai cultori del mondo dell'arte, proprio perché si discostano troppo audacemente da ciò che è familiare sebbene, vista la frenetica ricerca di ogni differenza tra gli artisti, essi spesso sono meno destinati ad essere ignorati nella loro era che dopo. Ad ogni modo, così come il limite fondamentale di tutte le percezioni, che è ciò che il nostro cervello seleziona tra gli stimoli per mettere a fuoco quegli aspetti per noi significativi come esseri viventi, così un'opera d'arte che si discosta troppo dai canoni della cultura non sarà notata. Gli psicologi Gestalt hanno esplorato all'inizio del secolo il modo in cui percepiamo delle complessità (gestalten) piuttosto che un'enorme quantità di dettagli che poi vengono combinati. Paul Goodman, nei suoi scritti del 1950, dice che "il contatto, il lavoro che sfocia nell'assimilazione e nella crescita, è la formazione di una figura di interesse contrario ad un terreno o ad un contesto del campo organismo/ambiente. La figura (gestalt) nella consapevolezza è una percezione chiara, vivida, un'immagine o intuito; nel funzionamento del motore, è il movimento aggraziato che racchiude il ritmo, lo segue, etc." (Perls, Hefferline e Goodman, 'La terapia Gestalt', pag.231) Mi sembra che ci siano dei termini veramente generali che si applicano, possibilmente in maniera diversa e in campi differenti, alla qualità dinamica in un ampio spettro di attività mediate dalla cultura intraprese dagli esseri umani. Tra questi voglio includere eleganza, semplicità, flusso, ritmo, chiusura, chiarezza, grazia, unità, vigore, affascinamento e liberazione. E lo spettro delle attività umane è davvero ampio. L'abilità artistica e musicale, e la facilità intellettuale, sono ampiamente riconosciute. Ma ci sono molte altre attività molto diverse come collezionare francobolli, il giardinaggio, gli scacchi, la danza, la meditazione, il football, e la scalata dei monti, e tutte possono fornire la partecipazione all'esperienza della qualità dinamica. Mi viene il sospetto che se non ci fosse qualità dinamica nel fondare una metafisica, Pirsig non avrebbe mai scritto 'Lila'. I valori riscontrabili nelle attività ordinarie possono essere spesso identici a quelli delle attività d'élite. Un 'bel' giardino mostrerà gli stessi valori di unità, misura, contrasto e nello stesso modo in cui possono ritrovarsi in una 'bella' scultura. Anche l'abilità tecnica è simile; disegnare, distribuire i pesi, bilanciare il vuoto, stabilire i tagli, trattare le superfici, e via dicendo. Probabilmente il giardiniere, che taglia e dà sistemazione a una materia viva e in cambiamento, deve fare un lavoro più duro dello scultore. Ma mentre molte discipline condividono simili valori, è la loro diversità che è impressionante. Ogni attività sembra generare una progenie più specializzata, accessibile soltanto a coloro che hanno studiato il campo e si sono specializzati. La disposizione dei fiori è un buon esempio. Lo stile giapponese di disporre i fiori, conosciuto come Ikebana, presenta molte differenze con gli stili simmetrici comuni nell'Occidente. Ma nell'ampia tradizione dell'Ikebana, alcuni si specializzano in quei particolari stili che sono noti come scuola di Sogetsu. E anche nella scuola di Sogetsu, il più perspicace potrebbe appartenere ad un'avanguardia per cui i fiori non appariranno più nelle disposizioni. E così è con un milione di interessi differenti. Questa tendenza è così pervasiva ed istintiva che sembra che gli esseri umani siano inclini a definire sé stessi affermando le loro differenze con modi sempre più specializzati. Ciò è quanto di più lontano possibile dall'unità dell'esperienza della qualità dinamica nell'attenzione biologica all'esperienza. Ciò che è simile è che la qualità dinamica è esperita nell'incontro del 'qui e adesso' con ciò che è. Ciò sarà in eterno nuovo e pronto a sorprenderci, sebbene coloro che possono esperire questo incontro siano limitati al gruppo possibilmente piccolo di coloro che condividono un background appropriato per impadronirsi di tale esperienza. Ciò che è dinamico è riservato a coloro che sono attrezzati per coglierlo.
Meta Valori Avendo sollevato l'ipotesi che la qualità dinamica sia esperita diversamente ai livelli biologico, sociale e intellettuale, adesso possiamo domandarci se queste varietà di qualità dinamica condividono lo stesso percorso. A me sembra di sì, ma la crescente fiducia nell'esperienza e l'imparare a facilitare il contatto con la qualità dinamica ha un costo. Posto diversamente, la qualità dinamica esperita al livello biologico è 'migliore' della qualità dinamica esperita al livello sociale, che è di per sé 'superiore' alla qualità dinamica esperita al livello individuale/intellettuale. L'intrusione della conoscenza e dell'esperienza in pratica diminuisce l'unità e perciò giunge a costo dell'isolamento e dell'ossessione. Questa è la conclusione dei mistici. Il mistico riduce la sofferenza imparando a abbandonare il pensiero. Come dice Aubrey Menen, ne 'I nuovi mistici', "il genuino mistico Indiano ha qualcosa di veramente semplice da dire. Conosce un modo di far riposare la mente senza ricorrere ad alcool, droga, o ad un colpo di martello in testa. E' un modo per smettere di pensare. Ciò non viene trovato interessante da coloro i quali lamentano di aver l'impressione che essi non abbiano mai cominciato: ma i più intelligenti spesso sentono il bisogno di prendersi una vacanza dalla loro stessa mente, ma in modo da lasciarli in grado di tornare a casa quando la vacanza è finita. Il misticismo Indiano è tutto questo, ma, ... questa è una delle idee più rivoluzionarie nella storia della civilizzazione." I mistici hanno esaltato l'unità che si riscontra nella semplice consapevolezza del momento attraverso l'esperienza del momento, in cui l'intelletto è assopito e si è riassorbiti nel mondo fenomenico. Eppure anche i mistici guidano aeroplani, tengono discorsi, e così via. Krishnamurti disse molto esplicitamente che nel suo stile di vita totalmente diverso stava la fine delle paure, ma ammetteva che avrebbe avuto paura se fosse vissuto sotto la cortina di ferro. Così, cosa possiamo farcene di questa diversa prospettiva? Da un punto di vista evoluzionista, sembra che l'evoluzione delle società e delle menti abbia ripagato ampiamente in termini di sopravvivenza, ma allo stesso tempo ha accresciuto le differenze tra gli uomini, avendo come risultato tristezza e alienazione. Pirsig è estremamente chiaro, a volte brutale, sulle conseguenze che derivano dalla struttura gerarchica del valore statico. "Dove i valori biologici stanno scalzando i valori sociali, gli intellettuali devono guidare il comportamento sociale, non importa quale sia il loro legame etnico, e supportarlo in ogni modo e senza limiti. Gli intellettuali possono trovare il comportamento biologico, non importa quale sia il loro legame etnico, e fare da limite o distruggere gli schemi biologici senza pietà morale, come un dottore distrugge i germi, prima che gli schemi biologici distruggano la civiltà stessa." (Lila, Cap.24) Se i valori dinamici scorrono in direzione opposta, possono seguire conseguenze similari? Io credo di no. La qualità dinamica non può essere limitata da una moralità, o da una metafisica. Eppure possiamo dire qualcosa sulle varietà di qualità dinamica che incontriamo nell'esperienza, e le implicazioni che esse hanno per noi. L'inseguimento della qualità dinamica al livello intellettuale giunge al costo dell'isolamento. Le parole di Pirsig alla fine del capitolo 5 di 'Zen' sembrano appropriate - "fondamentalmente noi siamo tutti separati, soli nei nostri universi privati, e non c'è alcuna comunicazione tra noi." Per avere una comunione, dobbiamo tornare al livello biologico. Ma non possiamo rimanerci. Arrivano i bisogni sociali. Faccio esperienza dell'ingiustizia. Sento la necessità di agire. Proprio come Pirsig racconta di avere lasciato l'università Indiana dove studiava quando il suo docente negò il significato di Hiroshima, non posso rimanere nell'unità della percezione non mediata da alcunché quando facendo ciò passo sopra alla sofferenza. Pirsig ha parole dure per "l'ideale di una società armoniosa in cui ciascuno collabora allegramente e senza coercizioni con gli altri per il bene comune di tutti ".Chiama tutto ciò "finzione devastante". ('Lila' Cap.24) La terapia Gestalt al suo inizio fu incline ad ammettere che il ripristino di un buon contatto con la realtà del 'qui ed ora' potrebbe similmente risolvere i problemi che si presentano nella società. Se ogni individuo fosse solo in contatto con l'esperienza, la 'saggezza dell'organismo' risolverebbe tutti i problemi morali. Sarebbe così. I mistici sono soliti dire che l'esperienza dell'illuminazione, un senso di unità di tutte le cose, risolverebbe in modo simile i conflitti che ci turbano. Entrambe le cose sono accomunate da un'immersione pre-intellettuale nell'esperienza. Entrambe hanno qualcosa di virtuoso, ma sono troppo ingenue nell'assumere che l'innocenza di un bambino prevalga sull'ingiustizia, o la interpreti poco importante o illusoria. Ma la stessa metafisica di Pirsig sembra fornire soluzioni troppo semplici ai problemi morali. La stessa distinzione di ciò che è biologico, sociale, e intellettuale, e la gerarchia morale della divisione della qualità dei quattro livelli statici rivela le corrette priorità morali. "Possiamo capire che quando una società sottomette la libertà intellettuale ai suoi propositi ciò è moralmente cattivo, ma quando reprime la libertà biologica per i suoi propositi questo è buono." ('Lila' Cap.24) Che queste soluzioni siano soltanto parziali è reso ovvio dal suo discorso su New York, il 'Gigante', che è più forte dell'individuo e della società. O nella sua strana impressione che la luce Dharmakaya riveli la qualità. Tristemente, la metafisica della qualità non può guidarci nelle scelte dell'esistenza, sebbene possa assisterci per evitare terribili trappole. Uno dei più interessanti paradossi di 'Lila' è l'asserzione di Pirsig nel bel mezzo della stesura di una metafisica che questa sia un'impresa destinata a fallire, quasi perversa. Eppure continua a mescolare le sue carte, e scrive una metafisica. Cosa succede qui? Per un verso, penso che egli risponda alla qualità dinamica inerente al vaglio intellettuale delle idee, e il piacere che ciò dà a un certo tipo di personalità. Nella postfazione a 'Zen' egli dice "scrivere questo libro sembrava avere più qualità che non scriverlo, ecco tutto." Questo è il tipo di qualità che ho descritto come il livello artistico/intellettuale della qualità dinamica. Ti isola. Pirsig sembra una persona davvero isolata. (Vedi 'Zen' Cap.7) Questo è un fio dell'esplorazione della qualità dinamica al livello intellettuale. Il rovescio di ciò è che "i valori dell'arte e della moralità e anche il misticismo religioso sono verificabili " e "diventa possibile che più di una verità esista". ('Lila' Cap.8) Forse l'esplorazione delle molte verità che possono esistere è una parte di ciò che fa che valga la pena che la vita venga vissuta, anche se ciò ci isola dagli altri. Se entrambe queste supposizioni sono vere, allora trovare un equilibrio tra l'esplorazione solitaria dei regni artistici e intellettuali, e il più comune coinvolgimento nel regno sociale appare una chiave per vivere bene.
Conclusione Tutto ciò è soggettivo, ma rischierò una generalizzazione ancora più ampia. La mia ipotesi è che un'intera vita umana ricomprenda le tre forme della qualità dinamica. Le nostre menti sono strutturate in modo che tutte e tre siano accessibili agli esseri umani. Sarebbe strano che il segreto del vivere bene fosse vivere usando solo uno o due dei componenti della nostra mente. Ma mentre l'attenzione mistica al regno biologico della qualità dinamica ci permette di prenderci una vacanza dal pensare, cosa che può diventare ossessiva, ed è comunque statica, questa non ci fornisce una soluzione magica ai dilemmi esistenziali delle nostre vite. E' un correttivo, molto dinamico in sé, ma non è tutto. Questo è il motivo per cui Pirsig lasciò l'università Buddhista - non era pronto a sacrificare la qualità dinamica esperita nel senso di ingiustizia che è collocato nel turbine degli sforzi nel regno del sociale. Né era pronto a sacrificare la qualità dinamica di scrivere una metafisica, che entra nel campo della qualità intellettuale come una cosa statica, ma adatta a dare un'esperienza dinamica a quei lettori attrezzati per comprenderlo. Aristotele nell' 'Etica Nicomachea' propose il concetto di 'abbastanza', quell'idea che desidera sempre ascesa e declino, o differisce tra gli individui, che ci può essere troppo o troppo poco di molte buone cose. La moralità consiste nel conformarsi al 'retto desiderio', l'abilità nel separare ciò che si vuole dai bisogni, e di capire cosa sia l'abbastanza. Forse la metafisica della qualità non si allontana da una tale etica, come sembra credere Pirsig. La gerarchia statica è infatti un'utile guida alla scelta morale, ma, in quanto costrutto intellettuale, è secondario rispetto al nostro incontro con la qualità dinamica. Se, come propongo, la qualità dinamica differisce all'interno della gerarchia, con conseguenze su come la vita è vissuta, è necessario trovare qualche ordine morale superiore per giudicare il giusto equilibrio tra ogni livello. La metafisica della qualità di per sé non riesce a fornircelo. L'etica di Aristotele, riformulata per il nostro tempo, può essere la migliore guida che abbiamo. Si lega alla metafisica della qualità in maniera più convincente quando esaminiamo come giudicare l' 'abbastanza'. Perciò è l'esperienza immediata della qualità dinamica, positiva e negativa, che guida le nostre scelte. Forse questo è quanto di meglio si possa raggiungere.
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